LE NAVI DA CROCIERA E L’INQUINAMENTO DEL MARE
Da anni associazioni ambientaliste e scienziati hanno messo in guardia i governi mondiali del rischio di sconvolgere l’ambiente marino a causa dei rifiuti che si scaricano ogni giorno nelle acque degli oceani, rendendo sempre più difficile la sopravvivenza delle specie marine. A parte gli scarichi provenienti dall’attività industriale e da altre attività umane, una delle forme più perniciose di inquinamento è data dalle microplastiche e responsabili ne sono soprattutto le grandi navi da crociera. Dall’agosto del 2021 le navi da crociera con più di duecento passeggeri non hanno più diritto ad attraccare nel centro storico di Venezia in quanto la risacca delle loro onde indebolisce gli edifici e inquina i canali. Con quasi trenta milioni di passeggeri imbarcati nel 2019, questo settore sta comunque conoscendo una crescita vertiginosa (+66% in dieci anni). Lo scorso marzo, nel corso della quinta assemblea delle Nazioni unite per l’ambiente, 175 paesi hanno aperto la strada per un accordo volto a limitare l’inquinamento da plastica entro il 2024, precisando che una delle forme più perniciose di questo flagello proviene dalle navi da crociera. E’ quanto scrive Le Monde Diplomatique di luglio agosto di quest’anno. L’organizzazione internazionale dell’industria crocieristica sostiene che le navi da crociere sono “gli ambienti di vacanza più sicuri attualmente disponibili”. Al contrario gli ecologisti ritengono che l’inquinamento dovuto alle microplastiche che queste navi rilasciano in mare sono in continuo aumento. In effetti tracce di queste microplastiche sono state ritrovate ormai da anni nel pesce che ogni giorno viene pescato e portato sulle nostre entrando nella catena alimentare dell’uomo senza che fino ad oggi ci siano stati indagini epidemiologiche per accertare i rischi dei consumatori. A farne le spese dunque non sono solamente gli oceani ma anche l’uomo per cui se non si arresta la costruzione di questi giganti del mare, nel giro di pochi decenni, non saranno solo gli oceani a soffrirne ma anche le attività umane come la pesca che oggi dà lavoro a milioni di pescatori ma soprattutto eliminando dalle nostre tavole uno dei cibi più diffusi a livello mondiale. Purtroppo siamo arrivati al punto di non ritorno anche a tener conto dei grandi interessi economici in gioco che continuano a sfornare ogni anno decine di questi giganti marini per la gioia dei turisti di alto bordo, senza alcun rispetto per la vita dell’uomo e delle specie viventi si questo pianeta. Una volta disperse, queste particelle permangono negli ambienti marini minacciando di contaminare oltre 690 specie e uccidendo 100000 mammiferi marini ogni anno. Diversi studi condotti sui rifiuti delle grandi navi da crociera hanno rivelato concentrazioni di microplastiche mai osservate prima in nessun ambiente. Nel Mar Baltico lo scarico annuale di acque grigie è stimato in 5,5 milioni di metri cubi. Nel complesso le 323 navi da crociera attualmente in servizio nel mondo emettono il 10% del volume delle acque grigie scaricate in mare dalle imbarcazioni. Secondo dati preliminari le navi da crociera scaricano ogni anno 100000 tonnellate di microplastiche. Vero è che alcune grandi navi (da più di 500 passeggeri) dispongono di impianti di depurazione delle acque reflue ma ciò non basta perché si tratta di poche decine di unità per cui si stanno svolgendo ricerche per sviluppare metodi innovativi per eliminare le microparticelle ma il mare non ha più da attendere. Se si tiene conto anche dell’innalzamento dei mari, nei prossimi decenni sarà sempre più difficile la sopravvivenza della specie umana, rimanendo inascoltato l’appello lanciato dagli scienziati.
Luglio 2022