LE DEMOCRAZIE UNITE CONTRO MOSCA
Ma siamo proprio sicuri che l’Europa sia allineata alla politica di Biden e della Nato? Una volta scatenata la guerra–lampo, non c’è dubbio che tutta l’Europa si sia stretta al fianco dell’Ucraina nella difesa del bene comune, dell’autodeterminazione dei popoli e della democrazia. D’accordo sulla difesa dei principi universali ma i paesi dell’UE hanno presto fatto capire come gli obiettivi degli USA e della NATO non si possano identificare con quelli dell’Europa. Innanzitutto, l’UE non aveva alcun interesse a scatenare una guerra che ha messo in fibrillazione tutta l’economia mondiale ed in particolare quella europea. A partire dalle conseguenze energetiche di questo conflitto. Mentre gli USA e Gran Bretagna hanno potuto facilmente bloccare l’importazione di gas e petrolio dalla Russia, una misura del genere sta mettendo a rischio la ripresa su cui contava l’UE. “Finora l’invasione – scrive Maurizio Molinari su La Repubblica del 27.2 – ha avuto come unico risultato di aver rivitalizzato politicamente la Nato e il presidente americano Biden” costringendo gli alleati a far ricorso o alle riserve energetiche da utilizzare in periodi di crisi, laddove disperatamente i paesi europei più esposti cercano di assicurarsi qualche fornitura da parte dei paesi arabi o riscoprendo addirittura il carbon fossile e rimettendo in discussione la rinunzia al nucleare. Da parte sua Biden, mostrando i muscoli, sta tentando di riconquistare la fiducia dei cittadini dopo il brutto scivolone dell’Afghanistan mentre la NATO – già definito cadavere dal presidente Macron – si sta prendendo la rivincita venendo incontro alle paure dell’Est europeo, disegnando una nuova cortina di ferro. A fare le spese di questa strana guerra è anche la Russia di Putin che in pochi giorni sta dissipando miliardi di euro, abbandonando la prospettiva di un progetto comune di sicurezza, con il resto dei paesi europei. Comunque andranno le cose, ad uscirne sconfitta da questa guerra saranno sia i diretti interessati ma anche l’UE e la Russia che dovranno fare un lungo percorso – forse di anni – per recuperare i rapporti commerciali perché entrambi avranno bisogno l’uno dell’altra mentre si dovrà porre mano ad una colossale opera di ricostruzione delle città ucraine e del suo tessuto produttivo anch’esso di primaria importanza per i paesi occidentali. E sempre che si pervenga ad una pace onorevole. Non c’è dubbio che gli USA vedranno rafforzata la loro posizione a livello mondiale, come rientrava nei suoi obiettivi mentre l’Alleanza Atlantica appare ritornata agli antichi albori difronte ad un’Unione in crisi anche per l’ondata di profughi che si sta abbattendo nei paesi confinanti con l’Ucraina, terribilmente in ritardo rispetto al progetto già avviato di una difesa comune europea. Anche la Germania ha deciso di appoggiare un piano di 1.000 mld. da destinare alla difesa del suo territorio, in attesa che i paesi dell’Unione dimostrino di voler sostenere la prospettiva di un’unica difesa europea sempre più dipendenti dalle decisioni dei singoli governi nazionali. Secondo alcuni analisti legati agli USA e all’Alleanza Atlantica, proprio la Nato dovrebbe essere al centro di questi cambiamenti, laddove al contrario l’UE dovrebbe tendere sia ad inglobare i paesi dell’area balcanica nell’UE sia ad aprire nuove prospettive anche nei rapporti con la Russia, indispensabili per un futuro di sicurezza per tutta l’Europa. Come ha affermato il Presidente tedesco, non si può immaginare di costruire un sistema di sicurezza europea senza la partecipazione della Russia.
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