EITAN DEVE TORNARE IN ISRAELE
In un giorno che avrebbe dovuto essere di festa, Eitan Biran si trova ad essere l’unico superstite della strage del Mottarone che è costata la vita a quattordici persone. Oggi si trova, suo malgrado, al centro di una battaglia tra il ramo materno della famiglia che vive in Israele che ha avanzato un’istanza per la sua adozione, e la decisione del Tribunale italiano che, su richiesta della sorella del padre che vive in Italia, ha affidato il minore agli zii paterni. “Eitan – afferma la zia materna – è stato portato via da una famiglia che non lo conosceva e che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo”. La donna, arrivata in Italia subito dopo la tragedia insieme al padre, era stata accanto ad Eitan quando era ricoverato in ospedale. Oggi ella accusa la zia paterna di tenerlo “in ostaggio” in Italia. In una conversazione con l’agenzia ANSA, lamenta che “mentre noi dopo la tragedia osservavamo la tradizionale settimana ebraica di lutto profondo, la zia paterna Aya, si faceva affidare il minore dal Tribunale”. “Tutto ciò – sostiene la zia –in forma scorretta”. “Per visitare Eitan – aggiunge – è dovuta ricorrere al Tribunale che ha disposto due visite alla settimana di due ore e mezza. La nostra sensazione è che il bambino stia per essere staccato da noi” per questo ha avanzato una richiesta di adozione del minore, ma non è ancora chiaro se ad occuparsi di questa richiesta sia la giustizia italiana o israeliana. Alla zia materna hanno replicato i legali della zia paterna che si dicono “sbalorditi” affermando che “vi è in corso un formale procedimento giudiziario che ha affidato il minore alla loro assistita per cui non si comprende il perché di tanta acrimonia e falsità”. Anche il Presidente della comunità ebraica di Milano avrebbe affermato di non sapere “che logica possa esservi a riportare il bambino in Israele, in un ambiente diverso”. Forse non si rende conto che il bambino, prima dell’incidente, ha sempre vissuto in Israele, dove sarebbe tornato con gli altri membri della famiglia, se non ci fosse stata la tragedia che provocato la morte di tutti gli altri membri della famiglia. Certo è che siamo difronte ad una vicenda davvero delicata che va trattata tenendo conto di tutte le implicazioni del caso ma senza dimenticare da una parte il desiderio del minore e dall’altra tenendo conto delle norme che vanno applicate nel caso specifico. Non è contestato che il minore abitualmente risiedeva in Israele con tutta la sua famiglia. Ambiente che certamente non può considerarsi estraneo mentre oggi è ospite dei suoi zii paterni che l’hanno iscritto ad una scuola cattolica mentre il bambino è israelita e fino a prova contraria gode della cittadinanza israeliana. Dunque, sotto il profilo giuridico, è evidente che i parenti della madre sono pienamente legittimati a richiedere il suo ritorno in patria. D’altra parte, se in un primo momento il Giudice ha preso la decisione di affidare temporaneamente il minore alla zia materna che vive in Italia, si tratta pur sempre di un provvedimento provvisorio che può essere modificato difronte ad una richiesta della zia materna, anche a tener conto dei legami del minore con la comunità ebraica e delle sue radici. Nessuno dunque può prendere decisioni al posto del minore, ma certamente quella dell’autorità giudiziaria che si occuperà della vicenda, non sarà una decisione facile. Se è vero che i parenti italiani si sono detti d’accordo per dare ad Eitan tutto l’amore possibile, potrebbero anche collaborare perché il bambino possa ritrovare nella sua casa in Israele la serenità per continuare la sua vita, in un ambiente che sia quello in cui ha vissuto fino ad oggi, nel ricordo della sua famiglia. Nel caso venisse affidato ai parenti italiani, si troverebbe da solo, in un ambiente che, pur se legato alla famiglia della zia paterna, non è il suo. Questo passaggio doloroso del ritorno a casa, potrebbe essere aiutato anche dall’accompagnamento degli zii paterni. Certo, questa soluzione, pur sofferta, sarebbe comunque quella che potrebbe lenire il suo dolore per una tragedia così terribile. Il ricordo del tempo passato potrebbe nel corso degli anni attenuare l’angoscia per la perdita subita.
Agosto 2021