DISCRIMINAZIONE DEI CITTADINI UE IN GRAN BRETAGNA
Come avevamo già denunciato in un precedente articolo, il governo inglese sta creando notevoli problemi sia ai cittadini europei residenti già in Gran Bretagna sia a quelli che vi arrivano privi di un contratto di lavoro che vengono sistematicamente espulsi, dopo aver trascorso qualche giorno in cella, senza troppi complimenti. Per quanto riguarda i primi, continuano a crescere i timori e l’insicurezza per la carenza di una chiara normativa. Ad essere soprattutto preoccupati sono i cittadini UE che hanno tempo fino al 30 giugno per regolarizzare il loro status di prestabilito o di residente. Secondo un sondaggio, il 30% degli intervistati ha dichiarato di temere che i loro diritti non siano garantiti dagli enti pubblici. Sono circa 5 milioni i cittadini dell’UE che hanno presentato domanda di soggiorno nel Regno Unito e al 97% di questi è stato offerto lo status di residente che concede il diritto di rimanere sul suolo britannico a tempo indeterminato. Il Ministro dell’Interno britannico è in completo affanno nel gestire le domande. Un ritardo che finisce per ricadere soprattutto sui cittadini UE che hanno ottenuto la residenza provvisoria, mettendo a rischio il loro diritto alle prestazioni sociali riconosciuto ovviamente ai cittadini britannici. A venire incontro a chi ha la residenza provvisoria è stata la Corte d’Appello del Regno Unito che, in una sentenza del dicembre 2020 ha affermato che chi si trova in tale situazione dev’essere trattato alla pari degli altri cittadini. Il Ministro dell’Immigrazione ha assicurato che chi avrà presentato la domanda entro il 30 giugno potrà veder rispettato il proprio diritto fino a quando la sua domanda non sarà espletata. Ben più dura è la posizione assunta nei confronti di chi entra in Gran Bretagna senza un visto regolare di lavoro.
A farne le spese sono molti giovani che arrivano in Gran Bretagna per un lavoro “alla pari” che vengono respinti alla frontiera anche se provvisti di una richiesta proveniente da un cittadino britannico. Come è accaduto recentemente ad una ragazza italiana che, sbarcata all’aeroporto inglese, è stata trattenuta prima in una stanzetta dell’aeroporto, privata del proprio bagaglio, sottoposta ad un lungo interrogatorio, subendo anche il sequestro del proprio cellulare per il timore che potesse fotografare o girare un video, mentre i suoi familiari non sapevano come raggiungerla. Un vero e proprio atto di una gravità inaudita che sicuramente lascerà una traccia nei rapporti tra Gran Bretagna e UE.
Farebbe bene il governo inglese a rivedere questo atteggiamento che sottrae al suo paese energie utili per il funzionamento del proprio sistema economico.
Un comportamento che potrebbe produrre ritorsioni anche da parte dell’UE. Ma il Premier Johnson è deciso a rendere tesi i rapporti con l’UE, a partire dal mancato rispetto dell’accordo sottoscritto per consentire la pesca ai pescherecci europei nelle acque territoriali nel canale della Manica. Recentemente vi è stata una protesta da parte dei pescatori francesi per il ritardo nella concessione delle autorizzazioni da parte delle autorità britanniche. Protesta rientrata solo dopo le assicurazioni fornite dalle autorità inglesi di non ritardare il rilascio dei permessi.
Maggio 2021
Discriminazione dei cittadini UE in Gran Bretagna