10 DICEMBRE 2020: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle N.U. riunita a Parigi proclamava la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Celebrando l’anniversario, il Presidente Mattarella ha dichiarato che “La tutela dei diritti della persona deve essere al centro della risposta globale della pandemia. Senza il rispetto di tali ed essenziali principi, la comunità internazionale non sarà in grado di superare con successo questo momento complesso e di garantire a tutti un futuro di pace e di sviluppo”. La Dichiarazione, che si ispira alla Dichiarazione d’Indipendenza Americana del 1776 e a quella Universale dei Diritti Dell’Uomo e del Cittadino promulgata nel corso della rivoluzione francese, ha come obiettivo di difendere in tutto il mondo i valori di democrazia, diversità e tolleranza. A rendere più stringente il rispetto di questi diritti inalienabili dell’uomo, qualche anno dopo, gli Stati fondatori del Consiglio d’Europa decisero di sottoscrivere la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che ha visto rafforzarsi la difesa di questi diritti con l’istituzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che fin dai primi anni ha influito fortemente sulle pronunce dei Tribunali di tutta l’Europa in materia di diritti civili in quanto riconosce ad ogni persona, i cui diritti sono stati violati, di rivolgersi alla Corte per sentir sanzionare questa violazione che comporta anche un risarcimento per le persone che l’abbiano subita. Un notevole passo avanti dunque, perché le sentenze emesse dalla Corte sono vincolanti per i paesi che hanno violato la norma mentre il Consiglio d’Europa vigila sull’esecuzione delle stesse. Per molti anni è stato grazie a questo strumento giudiziario che è stato possibile ergere un muro contro le violazioni dei diritti umani. Ma quest’anno è anche il 20° anniversario della Carta di Nizza, meglio conosciuta come Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che fu da molti in un primo momento sottostimata, ma una volta inserita all’interno del sistema giuridico europeo, questa vera e propria legge dei diritti, ha portato ad una nuova concezione della norma, non potendosi negare la sua portata sostanziale, anche se in assenza dello status formale. Formalizzazione che finalmente è arrivata nel dicembre del 2009 con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, cambiando totalmente la prospettiva, in quanto (art. 6) l’Unione “riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea del 7 dicembre 2020, che ha lo stesso valore giuridico dei Trattati”. La Corte di Giustizia aveva finalmente un “grimaldello” che consentiva ai giudici di Strasburgo di poter rendere vincolante l’applicazione della norma, anche in contrasto con la norma interna, riconoscendo alla norma europea, nella gerarchia delle fonti, una valenza superiore alla norma nazionale. Di qui le sempre più frequenti decisioni di annullamento di fonti di diritto derivato in contrasto con la Carta. Insomma, come si legge sulla rivista Diritto e Giustizia “la Corte di Giustizia può finalmente operare come una Corte Costituzionale dell’Unione”. Oggi sono le stesse Corti Costituzionali statali a riconoscere il “contenuto di impronta tipicamente costituzionale della Carta (Corte Costituzionale sentenza n. 269 del 2017) usandolo come supporto per assicurare la prevalenza del diritto sull’arbitrio della politica”. L’UE oggi rappresenta un formidabile baluardo contro i populismi autoritari, contribuendo a riaffermare i valori costituzionali che una certa politica sovranista si propone di negare. Certo la Carta di Nizza non ha ancora dispiegato tutto il suo potenziale, trovando molti ostacoli sul suo cammino: se riuscirà a superarli la Carta potrà davvero travolgere ogni ulteriore dubbio e contribuire alla realizzazione degli Stati Uniti d’Europa.
15/12/2020