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SULLE TRACCE DEL CORONAVIRUS

All’inizio di questa estate, in prossimità delle vacanze, il portavoce dell’OMS ha lanciato previsioni che contrastavano il facile ottimismo di molti paesi: “Sebbene non sia noto come si evolverà la pandemia, lo scenario più plausibile è quello di ondate epidemiche ricorrenti intervallate da periodi di trasmissione di basso livello” aggiungendo che “la tendenza al ribasso della malattia è avvenuta grazie alcune severe misure di sanità pubblica messe in atto dai paesi per spezzare la catena di trasmissione nelle comunità raccomandando ai giovani di indossare mascherine soprattutto nei luoghi in cui sia difficile attuare il distanziamento fisico, ad esempio sui trasporti pubblici, nei negozi o in altri ambienti affollati e ricorrendo spesso all’igiene delle mani”. Pochi e semplici comportamenti che costituiscono ottime misure di prevenzione. Raccomandazioni queste poco seguite dall’esercito dei vacanzieri che in Italia hanno fatto risalire il livello del contagio, grazie anche alle confuse indicazioni che hanno dato le regioni, alcune delle quali come l’Emilia Romagna, in aperta polemica con il governo centrale, hanno contribuito a diffondere l’idea che il peggio era ormai passato, riempiendo all’inverosimile i treni, scaricando sulla riviera adriatica centinaia di migliaia di turisti che hanno dimostrato ben presto di non rispettare le indicazioni sull’uso obbligatorio delle mascherine ed il distanziamento tra le persone sulle spiagge, nei bar e nei ristoranti. All’inizio di agosto, già si contava un aumento dei contagi in Francia e in Spagna: il nostro paese sembra tra i più sani mentre i nostri vicini viaggiano al ritmo di mille contagi al giorno. Per il premier Boris Johnson: “è ora di tirare il freno difronte ad una seconda ondata in Europa”. In Francia, per il terzo giorno consecutivo, sono stati superati i 1.300 contagi al giorno mentre in Spagna – in Catalogna in particolare – i contagi sono saliti a oltre 1500 al giorno. La Grecia, che ha visto aumentare il virus con il ritorno dei turisti, decide di prorogare il lockdown totale dei campi profughi nell’Egeo. Ma anche nel resto d’Europa c’è ben poco da essere tranquilli. In Germania, i nuovi contagi sono stati 870, in Ucraina 1.197, in Romania 1.182. Sul fronte USA, il presidente della Commissione del Congresso parla di “catastrofe sanitaria”. Anche in Italia il virus comincia ad alzare la testa. Nell’ultima settimana di luglio vengono registrati 736 nuovi focolai mentre l’indice di propagazione del virus è superiore ad 1 in 7 regioni, tra le quali il Veneto, Campania, Trentino, Liguria, Emilia Romagna, Alto Adige e Lazio. Insomma sono le regioni nelle quali sono più forti i flussi turistici. Alla soglia dell’esodo, salta la distanza sui treni. Le spiagge cominciano a riempirsi, le discoteche con migliaia di persone, ressa persino alle prove di ammissione per la facoltà di medicina. Segnale preoccupante, in tre mesi è più che dimezzato l’acquisto di gel e mascherine. A Berlino sfila il popolo no-covid: al corteo mitomani e neo-nazisti. Zero distanze e poche mascherine. “Ci stanno rubando la libertà” gridano i manifestanti. In Italia, frattanto, Speranza blocca il ritorno ai convogli pieni, imponendo almeno un metro tra i passeggeri, risentendo le proteste di quanti erano già in possesso delle prenotazioni. Un’altra falla del sistema che ha creato non pochi problemi: la Regione Lombardia, in controtendenza, consente sui mezzi pubblici di utilizzare il 100% dei posti a sedere ed il 50% di quelli in piedi. Martedì 4 agosto, l’assessore alla Sanità in Emilia-Romagna, Donini, dichiara che “il virus gira ancora, contiamo tra i 20 e i 50 nuovi casi al giorno, non abbassiamo la guardia, anche se i treni pendolari diretti in Romagna sono super-affollati”. Non contribuisce certo a far rispettare le misure minime di prescrizione la richiesta avanzata al governo dal presidente Bonaccini di riaprire gli stadi, per far ripartire l’economia. L’8 agosto nuova ordinanza della regione che fissa un tetto, per le partite all’aperto di 1.000 spettatori mentre al chiuso il limite è di 200, prevedendosi però deroghe per eventi di rilevanza nazionale e internazionale. “La riviera aspetta Ferragosto e sfiora il 90% di presenze” titola “La Repubblica” dell’8 agosto. Gli albergatori esultano “questa settimana saremo pieni: la stagione è stata una battaglia però siamo sopravvissuti”. L’assessore regionale Corsini plaude “la macchina del turismo alla fine è ripartita”. Il consulente del ministro Walter Ricciardi a Roma commenta “Camminiamo su una lama di rasoio”.  Con 700 focolai l’Italia rischia una seconda ondata ancora prima dell’autunno. “Stupisce che a chiedere un allontanamento delle regole sono le regioni più colpite”. Chiaro il riferimento alla Lombardia e all’Emilia Romagna. Con un nuovo decreto – è il 9 di agosto – il Governo proroga fino al 7 settembre le misure irrinunciabili: mascherine, distanziamento e igiene rigorosa. A Ferragosto ripartono le grandi navi, con capienza ridotta del 30% mentre sono in aumento i casi di coronavirus, 463 nelle ultime ore. Le regioni più colpite sono Lombardia (71), Emilia-Romagna (69) e poi le altre.  Ma in Romagna ci si prepara alla grande notte rosa, quest’anno programmata sull’arco di un’intera settimana, sia pure con tutte le prescrizioni che dovrebbero assicurare il rispetto delle misure minime di prevenzione. Ma come si fa a controllare una massa di centinaia di migliaia di giovani che si riverserà sulle strade, spiagge e nelle discoteche? Ancora una volta ad averla vinta è la macchina dei profitti: un test importante per la Riviera che nel secondo week-end di agosto è finalmente ritornata alla normalità, con quasi il 90% delle presenze. “Con i viaggi e le vacanze il virus circola di più”. “I casi crescono ancora”. Così dichiara l’epidemiologa Stefania Salmaso a “La Repubblica” del 10 agosto, mentre la Riviera si prepara a festeggiare la notte di San Lorenzo (10.8) e ancora di più il Ferragosto: tutti in spiaggia a caccia di stelle cadenti e feste con centinaia di persone ammassate mentre il bollettino di ieri (9.8) non è incoraggiante: 463 nuovi positivi con l’età media dei positivi scesa ormai sotto la soglia dei 40 anni. E’ per questo che governatori e medici corrono ai ripari con ordinanze per limitare i danni della movida: niente discoteche al chiuso, serate all’aperto contingentate e con il rigoroso utilizzo della mascherina anche se in realtà sarà difficile assicurare il rispetto delle regole. Nello stesso tempo però, lo stesso assessore il giorno successivo dichiara che la Regione è interessata a riempire il 100% dei posti a sedere sui treni con la mascherina tanto più che nella settimana di Ferragosto quando un eventuale riduzione al 50% dell’occupazione dei posti sui treni regionali “impedirebbe a migliaia di persone di raggiungere il mare”. Mentre continua la polemica tra Regione e governo, inizia il grande esodo estivo verso la Riviera con i passeggeri che segnalano treni “sovraffollati all’inverosimile”, non solo nei fine settimana. Anche le autostrade scoppiano: tanti senza maschera e traffico in crescita, in agosto è al 70% rispetto ad un anno fa. Il direttore della Microbiologia – Vittorio Sambri – di Pievesestina, frazione di Cesena, conferma l’aumento dei casi. “Il virus non è scomparso – afferma – lo vediamo da noi e in altre Regioni”. E’ preoccupato il sanitario soprattutto per il ritorno di chi è andato all’estero per le vacanze, criticando i messaggi fuorvianti anche di diversi colleghi come “il Covid è morto” . “La mascherina – aggiunge – è un concetto base, protegge gli altri prima e noi stessi….soprattutto negli ambienti chiusi è indispensabile. E’ molto più rischiosa una discoteca, anche all’aperto, rispetto ad un vagone, anche perché in treno il controllo è possibile”. Infine il governo non taglia i posti sui treni regionali e l’Emilia Romagna tira un sospiro di sollievo. Per chi rientra dall’estero il Ministro della Salute pensa ad un esame che permetta di trattenere la persona alle frontiere negli aeroporti, anche se è difficile imporre quarantene a chi arriva dai paesi UE. E’ il 13 agosto, contagi sotto quota 500. Nuovo provvedimento del Governo: obbligo di tampone per chi rientra in Italia da Spagna, Grecia, Croazia e Malta. Se l’esito è negativo non sarà necessario osservare la quarantena. La Spagna è il paese con il più alto numero di contagi, a ritmo di 1500 al giorno, mentre in Croazia la conta dei contagi sale a ritmo di 20 ogni centomila abitanti. Ma il governo si sfrega le mani. Un milione di turisti, nella prima settimana di agosto (il 70% rispetto ad un anno normale) mentre in Grecia un nuovo record: 262 contagi con l’età media dei contagiati che è calata a 36 anni. E sulla riviera romagnola scatta la mivida (è il 13 di agosto). Scocca la mezzanotte e la diga crolla. A Misano Adriatico, ottocento in pista nella Villa delle Rose. Molti sono i minorenni. I sorveglianti vengono travolti: vigilano senza intervenire. E sul lungomare di Rimini le mascherine sono al gomito, anche degli adulti, che tengono per mano i figli piccoli. Sul fronte rientri purtroppo mancano i tamponi per effettuare i controlli per chi arriva in aereo mentre le AUSL si preoccupano per la mancanza di personale e sui voli fioccano le disdette dei clienti. Fatte le regole, piovono le deroghe: ancora una volta le regioni vanno in ordine sparso. L’Emilia-Romagna, Lombardia e Calabria non prevedono l’isolamento in attesa del tampone. E’ lo stesso ministro della salute a scrivere che “è consentito oltre che auspicabile che, ove le condizioni epidemiologiche delle regioni lo consentano, sono adottate misure meno restrittive”. E così chi arriva dalle zone a rischio potrà circolare liberamente. Anche sulle discoteche regioni divise. La Calabria le chiude, Marche e Liguria confermano l’ok alla serata di Ferragosto. Emilia-Romagna, Sardegna, Puglia e Toscana le lasciano aperte, con regole più rigide. Quali, è difficile da capire. Dopo aver archiviato anche la fase ferragostana, ritorna a scattare l’allarme, questa volta giustificato dalla velocità con cui crescono i contagi. Quelli giornalieri ormai hanno superato quota mille. Sembra l’inizio della temuta seconda ondata ma è il ministro Speranza a tranquillizzare l’opinione pubblica “Non ci troviamo alle porte di una nuova crisi – dichiara – i ricoveri sono pochi e la scuola ripartirà” ed è questa la grande incognita. Alle discoteche si può rinunciare, all’istruzione no. Il virus è in agguato. Nel sabato che chiude le due settimane centrali, l’Italia supera quota mille casi, nel giorno in cui scoppia l’emergenza rientri dalla Sardegna. In questo ultimo week-end ben 50.000 persone sono a bordo dei traghetti che riportano sul continente migliaia di turisti. E’ lunedì 24 agosto: non si ferma la curva dei contagi, 1210 nelle ultime 24 ore ma la metà circa dei portatori sono persone che ritornano a casa dopo aver viaggiato all’estero o di rientro dalla Sardegna. In alcune regioni come la Lombardia o il Lazio la percentuale dei viaggiatori è ancora più alta. Sale al 65%. Quello che colpisce è l’età media dei contagiati che si è abbassata a 36 anni. Si tratta di un aumento che non era atteso per cui si teme per l’apertura delle scuole e per l’inizio della stagione fredda. “Il pericolo maggiore – dichiarano gli scienziati – viene dai “superdiffusori”, individui che contagiano decine di persone mentre altre che si tengono il virus per sé”. “Purtroppo – dice l’infettivologo Galli – non c’è modo di individuarli se non a contagio avvenuto. Il problema è che oggi il numero di questi superdiffusori sta aumentando per cui bisognerà trovare un sistema per individuarli e, ancora più semplicemente, bisognerebbe capire quali cause rendono alcuni individui più efficienti di altri nel diffondere goccioline contagiose”. Ed eccoci qui a consultare la sfera magica per sapere cosa ci aspetta in futuro. Ebbene, bisogna tener conto di alcuni aspetti. Il primo è che il virus non conosce frontiere per cui esso si propaga da un paese all’altro tramite i viaggi, gli scambi commerciali, il turismo, per cui nessuno può dirsi indenne dal contagio. Il secondo punto è che se non riusciamo ancora a debellare questo virus, vi sono delle forme minime di prevenzione come quelle già note della mascherina, del distanziamento, dell’igiene personale, che possono, se non bloccare il contagio, perlomeno rallentarne il passaggio da un individuo ad altri. Al terzo punto c’è da dire che un sistema sanitario ben organizzato deve essere sempre pronto ad intervenire sia per bloccare eventuali focolai ma anche per far fronte ad un picco della pandemia.Quarto punto: è possibile che la ricerca e la realizzazione di un vaccino possa mettere fine a questa pandemia, sempre che esso sia messo a disposizione di tutta l’umanità, a meno che non si voglia profittare di questa pandemia per fare nuovi profitti. Quinto: anche se debelleremo questa pandemia, non dimentichiamo che altre potranno scoppiare nei prossimi anni. Ce lo dicono gli scienziati per cui è necessario creare una struttura sanitaria a livello mondiale per vincere anche queste nuove sfide. Sempre che gli Stati riescano a capire che l’unica strada per salvare l’umanità dalle malattie ma anche dalla fame e dalla guerra è una sola: quella di una cooperazione mondiale abbandonando l’idea che il nazionalismo possa costituire una soluzione che si dimostrerebbe fallacea, prendendo atto che è ormai storicamente superata la concezione dello Stato nazionale, incapace di far fronte alla complessità della attuale fase di sviluppo della società umana.

26.8.2020

Sulle tracce del coronavirus

 

 

 

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