Non abbassare la guardia
Nelle ultime due settimane, le prime che hanno visto un notevole afflusso nelle località marine, sembra che gli italiani abbiano dimenticato che, nonostante tutte le precauzioni, il virus circola ancora, come dimostrano alcuni focolai che sono stati scoperti sia a Bologna che in Veneto. Sotto osservazione anche Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Venerdì 26.6 un focolaio importante scoppia in Campania e il Presidente della Regione dichiara che verranno fatti 3-4 mila tamponi minacciando di richiudere la città se i contagi aumenteranno. A Bologna viene scoperto un altro importante focolaio in un magazzino del colosso dei trasporti Bartolini. Nell’azienda di questa base logistica ci sono 64 positivi e 200 dipendenti in isolamento. Nello stesso tempo in cui Bonaccini toglie il distanziamento su autobus e treni. Di qui assembramenti sulle banchine e nelle carrozze. La Legambiente ritiene che l’ordinanza è del tutto “prematura” “non si capisce come i bagnini di Romagna, i ristoratori e gran parte dell’attività all’aperto debbano rispettare regole precise ed adeguati dispositivi, mentre per chi viaggia in treno tutti questi non valgono più dal 25.6” (La Repubblica del 28.6). Tutti al mare, dunque, senza precauzioni! “Gli italiani sembrano aver rimosso la regola del distanziamento”. Del resto sono proprio i politici a dare l’indicazione che ormai il peggio è passato. Così il solito campione della destra, il segretario della Lega Salvini, ha confessato “di non poterne più della distanza sociale”. “Prima ci permetteranno di ritornare a vivere, a lavorare, a studiare ed abbracciarci in maniera normale, meglio è per tutti”. Chi si è servito dell’auto per raggiungere le spiagge affollate ha scontato ore di fila con traffico a rilento sull’autostrada Adriatica e chilometri di coda anche sulla Parma-La Spezia. Nel primo week-end di questo mese, grossi disagi anche in Liguria tanto che la Confindustria genovese ha parlato di “stato di emergenza” accusando il ministro dei trasporti per i ritardi causati dalla presenza di cantieri in corso su tutta la rete autostradale mentre in Veneto l’imprenditore che ha infettato amici e dipendenti al suo ritorno da un viaggio di lavoro in Serbia “giace a pancia in giù in un letto della terapia intensiva dell’ospedale di Vicenza” (La Repubblica del 5.7). Roberto Speranza, dichiara che “dalla lettura dei dati il messaggio che arriva è che il virus circola ancora e che dobbiamo rispettare tre regole: mascherina, distanziamento fisico di almeno un metro ed evitare gli assembramenti”. Facile a dirsi, difficile da applicare anche perché sembra che i controlli sia sui treni che sulle località di mare si sono molto attenuati per non “disturbare”, a nostro avviso, gli affari in riviera, illudendo milioni di italiani che hanno invaso queste località che possono tranquillamente godersi una vacanza al mare. Falso messaggio quello raccolto dalla gran maggioranza degli italiani se per il quinto giorno consecutivo (La Repubblica del 5.7) aumenta il numero dei nuovi positivi ed è calato di due terzi l’acquisto delle mascherine, come denunciano i farmacisti. In un’intervista dell’assessore regionale alla Sanità per l’Emilia Romagna- Raffaele Donini – dichiara che “non bisogna sottovalutare alcun segno” anche se è d’accordo con la decisione del Presidente di aver abolito la regola del distanziamento sui treni e sugli autobus “non possiamo vivere in eterno lockdown”. A noi sembra invece che il Presidente ci tiene a riaprire le spiagge della riviera più che alla salute degli italiani. Non è facile, per chi ha una carica pubblica, conciliare spesso le ragioni dell’economia con la sicurezza sociale ma basterebbe un controllo più rigoroso negli stabilimenti balneari per scoprire che le regole non siano affatto rispettate sia dai gestori dei bagni che dai ristoratori e ancor meno dai bar, dove stazionano nelle ore di punta centinaia di giovani senza neppure indossare la mascherina. La previsione è dunque che i contagi aumenteranno nelle prossime settimane, quando milioni di italiani si riverseranno sulle spiagge di tutta la penisola e allora potremo senz’altro temere un picco che porterebbe di conseguenza a rimettere in discussione le scelte oggi dettate dai politici. Anche perché – come vedremo in un prossimo articolo – le indicazioni dell’OMS sono molto perentorie a tener conto anche che fuori dall’Europa e soprattutto negli USA e in Asia il virus non è affatto andato in ferie.