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A RISCHIO LA RACCOLTA AGRICOLA NELLE CAMPAGNE

Era stato già il Ministro all’Agricoltura qualche settimana fa a lanciare un appello per reclutare mano d’opera stagionale per la raccolta nei campi delle primizie primaverili. Mano d’opera che potrebbe essere reclutata anche tra i migranti che sono in attesa di un permesso di soggiorno, al posto dei lavoratori provenienti dall’Est Europa che erano attesi proprio in questo mese ma che sono rimasti bloccati in patria dal coronavirus. “La Repubblica” del 5.4 u.s. conferma che, senza lavoratori, i contadini saranno costretti a buttare le primizie, come denunciano tanti imprenditori agricoli. “Le aziende agricole venete sono 65mila. Solo la raccolta di fragole, asparagi e radicchio dava lavoro a 7 mila stagionaliin assenza dei quali “tonnellate di cibo e mesi di lavoro al vento”. “In Italia mancano 375mila braccianti stranieri, il 27 per cento del lavoro necessario”.Se non puoi raccogliere – aggiunge il presidente di una cooperativa veneta – e vendere ciò che coltivi, devi smettere”. “A Marcon nel veneziano, Michele Sabbatini, non trova personale per raccogliere uova e macellare polli”. Tanti altri casi confermano come la pandemia sta facendo catastrofi anche nel settore agro-alimentare. Il Presidente della Confagricoltura veneta lancia un appello: “Pensionati, licenziati, studenti e cassaintegrati, migranti e beneficiari del reddito di cittadinanza potrebbero dare una mano per salvare le campagne, superando burocrazia e lentezze. Ciliegi, peschi e albicocchi qui sono in fiore, presto i frutti saranno maturi”. “La natura non può aspettare – aggiunge un altro addetto ai lavori-. Se i voucher non sono possibili, il Governo agevoli i contratti a termine. Con il paese in ginocchio abbandonare anche l’agricoltura sarà un errore storico”. Certo queste testimonianze lanciano un allarme ma ancora più denunciano l’inefficienza della politica che fino ad oggi non ha dato alcuna risposta alle richieste degli agricoltori, che non possono attendere. Se non ci saranno provvedimenti immediati, ci sarà una vera e propria crisi agricola che porterà alla scomparsa sulle nostre tavole della frutta e di altri prodotti stagionali e che scatenerà anche un ulteriore abbandono delle campagne ed aumentare la dipendenza anche in questo settore così vitale dall’importazione dall’estero. Per alcuni prodotti, come il grano, questa è già una realtà ma sarebbe davvero incredibile che il governo abbandoni il campo prima della battaglia. Veramente dobbiamo lasciare che i prodotti della terra vadano al macero e che migliaia di imprese agricole falliscano? Davvero il governo non riesce a trovare una soluzione per salvare i raccolti? Come dice amaramente un imprenditore agricolo “Da decenni non spieghiamo che il cibo nasce dalla terra, non dal carrello”. Purtroppo, non gli si può dar torto: abituati da anni alla grande distribuzione, abbiamo dimenticato che dietro la produzione agricola vi è il lavoro umile ma necessario di migliaia di lavoratori, soprattutto di braccianti, senza i quali anche questo settore rischia il collasso. E’ necessario che il governo intervenga organizzando una task force per venire incontro alle esigenze dei coltivatori, se non vogliamo soccombere, aprendo un nuovo fronte della crisi economica che incombe sul nostro futuro. A conferma di quanto sia delicata la situazione sopra descritta, Teresa Bellanova –Ministro dell’Agricoltura- intervenendo al Senato ha lanciato un appello a regolarizzare gli immigrati ribadendo che “sia lo Stato a farsi carico delle vite dei 600mila irregolari, spesso sfruttati in modo inumano, che già lavorano in Italia alla mercé di quella criminalità che noi chiamiamo caporalato e che per me significa mafia”. La proposta ha trovato l’appoggio del PD ma la netta opposizione della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia che, pur riconoscendo che il problema esiste, dicono no a quella che un’esponente della Lega definisce “una bella sanatoria per i migranti”. Interviene nel dibattito anche Emma Bonino che si dice convinta che “oggi più che mai serve un provvedimento straordinario di regolarizzazione per far lavorare chi è già in Italia e non solo nel settore agricolo ma anche negli altri settori, a cominciare dai servizi di cura per le persone anziane o nelle nostre case senza contare che l’assunzione di nuovi lavoratori comporta il vantaggio di nuove entrate fiscali e contributive, preziosissime in questo momento”. Non si capisce perché il governo continui a temporeggiare, ed in particolare, il silenzio della componente PD per assumere un provvedimento che non è più rinviabile, a meno che ancora una volta non prevalga la logica della tenuta di questo governo che mostra soprattutto in questa fase di emergenza di non essere all’altezza dei compiti che la situazione richiede. Perlomeno dovrebbe spiegarci il governo perché non è possibile procedere in Italia ad un provvedimento come quello della regolarizzazione dei migranti già presente sul territorio nazionale, come ha fatto il governo socialista in Portogallo, salvando così la raccolta nei campi di frutta e verdura.

20.4.2020

A rischio la raccolta agricola nelle campagne

 

 

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