TRUMP AD UN PASSO DALL’IMPEACHMENT
La Commissione Giustizia della Camera ha formalizzato le accuse di abuso di potere e ostruzione al Congresso. Probabilmente la Camera voterà per l’impeachment di Donald Trump prima di Natale. La democratica Nancy Pelosi – speaker della Camera – ha dichiarato solennemente “non ci lascia altra scelta..è in gioco la democrazia, la salute della Repubblica e il rispetto della Costituzione”. Il Presidente è accusato di aver violato il giuramento di fedeltà alla Costituzione per “aver cercato di corrompere le elezioni a proprio beneficio” con un ricatto esplicito all’Ucraina di fornire gli aiuti essenziali per la difesa del paese contro l’oppressione della Russia, in cambio di un’indagine sugli affari ucraini di Hunter Biden, figlio dell’ex vicepresidente di Barack Obama nonché attuale candidato alla nomination democratica per l’elezione del novembre 2020. “Un abuso di potere e un danno per la nostra sicurezza nazionale”, come dichiara la Presidente della Camera. E’ il terzo presidente nella storia americana ad essere incriminato per gravi reati contro la Costituzione. I precedenti furono quelli di Andrew Johnson nel 1868, che venne assolto, di Richard Nixon che si dimise prima del voto e di Bill Clinton che fu messo in stato di accusa e fu poi assolto. La prossima settimana, quando a votare sarà l’aula della Camera a maggioranza democratica, salvo sorprese, ci sarà l’incriminazione e a gennaio partirà il processo davanti al Senato. Sprezzante, come di consueto, la reazione di Trump perché, per aversi giudizio di colpevolezza e quindi la destituzione del Presidente, occorre una maggioranza di due terzi al Senato dove prevale il partito repubblicano. Trump è deciso a dare battaglia al Senato: non ci sono segnali di defezioni nel partito repubblicano per cui una votazione su basi politiche gli regalerebbe una sentenza di non colpevolezza a pochi mesi dall’elezione per cui un certo danno – a livello di opinione pubblica – ne deriverebbe sul piano elettorale perché si tratta di un candidato comunque salvato da un voto politico. Va detto però che –nell’attuale situazione politica ed economica – i recenti successi raggiunti dal governo Trump sia sul piano internazionale che sul piano interno (la disoccupazione è in calo costante) potrebbero giocare un ruolo decisivo nella scelta dell’elettorato. Tutto resta a verificare se la posizione assunta dall’amministrazione Trump sullo scacchiere mondiale non sia travolta da eventi che potrebbero maturare nel corso dell’anno. E qui bisogna ricordare la rinunzia di Trump alla lotta contro l’inquinamento che lo ha isolato sul piano internazionale e la crisi del Medio Oriente – Siria e Libia – dove son chiare le responsabilità che ha avuto Trump nell’escalation della guerra insieme al suo alleato Erdogan, anche se oggi si assiste ad un nuovo avvicinamento tra il presidente turco ed il presidente russo che stanno tentando di forzare l’equilibrio politico – militare in quella regione instabile ma il cui controllo è essenziale per gli USA sotto il profilo economico e militare.
17.12.2019