PIOGGIA di RICORSI contro il GOVERNO ITALIANO
Mentre non è ancora chiusa la vicenda della nave battente bandiera tedesca che, fino ad ieri, si trovava difronte alle coste maltesi chiedendo di sbarcare un gruppo di migranti, dopo il rifiuto dell’autorità di governo italiano di consentire lo sbarco in Italia, si avvia una pioggia di ricorsi contro il Governo italiano per le violazioni del diritto internazionale, oltreché di quello interno, di cui sono rimasti vittime i migranti. E così i legali di una quarantina di migranti, coinvolti nella vicenda della nave “Diciotti”, si sono rivolti al Tribunale di Roma chiedendo il risarcimento dei danni per il loro illegittimo trattenimento a bordo della nave. Ricordiamo, per i non addetti ai lavori, che anche in caso non si proceda penalmente contro chi ha commesso il reato, il Giudice civile ha sempre facoltà a valutare se la condotta possa ritenersi contraria a una norma di legge, riconoscendo in tal caso un risarcimento a chi è rimasto vittima di quella violazione. Altri migranti hanno deciso di ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo per essere stati costretti a restare sulla nave, in condizioni fisiche e psicologiche precarie per dieci giorni in violazione dell’art. 3 della Convenzione EDU che sanziona “ogni trattamento inumano e degradante posto in essere da uno Stato firmatario della Convenzione nei confronti dell’individuo, in qualsiasi situazione si venga a trovare”. Il ricorso al giudice è stato presentato prima di Natale e l’udienza è attesa per la primavera e parallelamente è stato depositato anche il ricorso davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Immediata e caustica è arrivata la replica del vicepremier Salvini: “Risarcimento? Al massimo un Bacio Perugina”. Anche il Movimento 5 Stelle ha preso posizione ribadendo che: “L’Italia ha rispettato ogni Convenzione internazionale e dato cura e assistenza a tutti i migranti della Diciotti, come hanno confermato gli stessi organismi internazionali”. I legali che difendono i migranti hanno replicato in modo altrettanto deciso: “La battuta di Salvini fa capire come sia più competente in enogastronomia che in giurisprudenza. In questa vicenda si parla di diritti umani violati e di persone che non possono diventare oggetto di campagna elettorale”.