UNA BUONA NOTIZIA PER L’EUROPA
Proprio qualche giorno fa, scrivendo della richiesta dei paesi dei Balcani occidentali di entrare in Europa, avevo ricordato che uno dei paesi più vicini nel processo di adesione era la Macedonia, già facente parte della Repubblica federativa di Jugoslavia, al cui ingresso per lunghi anni si era opposta la Grecia a causa del nome
che la Grecia riteneva essere stato usurpato in quanto la Macedonia, che oggi ha per capoluogo Salonicco, ha sempre fatto parte della storia ellenica. Recentemente, per proseguire la sua rotta di avvicinamento all’Europa, con gli auspici anche dell’UE e della Commissione, la ex regione jugoslava ha sottoscritto un accordo con la Grecia in base al quale si impegnava a cambiare il nome in quello di Repubblica di Macedonia del Nord, cambiando anche il nome all’aeroporto fino a ieri dedicato ad Alessandro Magno e anche a modificare la carta costituzionale.
Tale accordo è stato ratificato dal Parlamento macedone ma mancava la ratifica da parte del Parlamento ellenico, tenuto conto che la destra politica, in particolare il partito “Alba dorata”, aveva portato la protesta nelle piazze per opporsi alla ratifica. Avevamo spiegato che si trattava soprattutto di propaganda in vista delle prossime elezioni ma l’esito della votazione non era affatto scontato. Ebbene, malgrado un certo diffuso scetticismo, l’accodo è stato ratificato anche dal Parlamento ellenico con 153 sì, 146 no e un astenuto.
Grecia e Macedonia, dunque, hanno chiuso dopo ben 27 anni questo contrasto aprendo a Skopje le porte dell’UE. Si tratta di un risultato certamente positivo sia perché esso serve a rafforzare l’UE in una zona strategicamente importante sia per accelerare il processo di adesione degli altri paesi balcanici in modo da pacificare tutta questa regione in nome dell’appartenenza ad un comune mercato europeo nella prospettiva della creazione di uno Stato federale. Come si
vede, è ancora troppo presto per parlare del tramonto di una prospettiva storica. Ché, anzi, se la Brexit passa, ebbene, di riflesso si affermerà sempre di più il vincolo di appartenenza degli Stati che oggi sono membri dell’UE. E non è detto neppure che la vicenda della Brexit possa dirsi conclusa anche perché è diffusa l’ipotesi che la Gran Bretagna possa ritornare sulla sua decisione, avendo confermato la Commissione che la porta dell’UE resta ancora aperta. E sarebbe un bel successo contro quel nazionalismo strisciante che vorrebbe cancellare la recente storia europea.
Gennaio 2019
(Avv. E. Oropallo)