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GLI STATI SOVRANISTI CONTRO L’ORA LEGALE in EUROPA

Su “La Repubblica” del 17 u.s. Andrea Bonanni ci illustra una vicenda, quella dell’ora legale, che può apparire paradossale. L’ora legale fu proposta la prima volta da Franklin nel 1784 per far risparmiare l’uso delle candele. Nell’UE, che si estende per tre fusi orari, essa venne istituita nel 1996 da una direttiva europea che ha unificato i tempi di entrata in vigore dell’ora legale per tutti gli Stati membri. Recentemente, alcuni paesi baltici e altri dell’Est europeo hanno contestato questa misura (giustificata dal rispermio energetico) ritenendo che sia una brutale imposizione della burocrazia di Bruxelles per cui la Commissione è stata costretta ad aprire una consultazione online, a cui hanno partecipato molto di più  i paesi contrari alla misura per cui, visto l’esito, la Commissione è stata costretta a rinunciare a regolamentare la questione, decidendo che ogni Stato decida in base alle proprie scelte. Ovviamente, tutto ciò porterà ad una terribile confusione tra paesi che restano legati all’ora legale e quelli che vi rinunceranno. In particolare ci saranno serie conseguenze sia nel trasporto aereo come in altri settori della vita dell’UE per cui sicuramente l’UE finirà per essere accusata di aver creato inutili danni ai cittadini. In effetti, anche questa vicenda è conseguenza della politica oscurantista inaugurata da alcuni paesi incapaci di riconoscere i vantaggi derivanti da una misura che ha portato in questi anni ad un risparmio energetico e che ha semplificato i rapporti tra cittadini appartenenti a Stati diversi. In nome della sovranità nazionale che si pretende usurpata dall’UE, si riporta indietro, è proprio il caso di dirlo, l’orologio della Storia. Riusciremo a bloccare questa ennesima manovra che sconvolge, ove applicata, la vita quotidiana di centinaia di milioni di persone? Si può credere seriamente che l’ora legale costituisca una limitazione alla sovranità nazionale? Davvero i governi nazionali sono così sciocchi da crederlo, contro gli interessi dei propri cittadini? E’ il caso di meditare su questo ulteriore misfatto compiuto ai danni di una popolazione di oltre 500 milioni di cittadini europei. Senza contare gli svizzeri, ovviamente, che si erano decisamente affiancati alla direttiva europea.

Settembre 2018

 

 

 

 

 

 

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