LA GRANDE ILLUSIONE
Di Maio e Salvini, ad oltre 70 giorni dall’esito del voto, stanno ancora discutendo sul “contratto “ di programma, dimenticando che questo ritardo oltre a bloccare ogni attività parlamentare (i nostri rappresentanti al Parlamento nel frattempo stanno intascando un lauto stipendio senza aver cominciato a lavorare) fa crescere la sfiducia dei cittadini nei confronti di questi “improvvisatori” della politica che avevano affermato, ingenuamente, di essere pronti a fare il Governo nel giro di qualche settimana. Come si vede, in teoria tutto si può promettere ma la realtà mette a nudo tutto i loro limiti. Secondo i sondaggi, a perdere quota è soprattutto il Movimento 5 Stelle che già aveva prenotato la poltrona del Presidente del Consiglio, ma che è stato costretto a scendere a patti con l’alleato leghista. Dal linguaggio curialista sembra che stiano lavorando per mettere su un Consiglio di Amministrazione di una società, da sottoporre al voto on-line degli iscritti, invece che per la formazione di un governo. Ancora più incredibile è la decisione di far risolvere i contrasti all’interno della compagine governativa da una sorta di collegio di probiviri, laddove questo rientra nelle prerogative proprie del Consiglio dei Ministri. Notizia dell’ultima ora, sembra che questa proposta sia scomparsa dalla bozza di contratto pubblicata.Tutto ciò non toglie che questa gente stia percorrendo un percorso che nei fatti mette in discussione l’ordine costituzionale. La cosa più strana è che non si siano ancora intesi sul nome del premier da proporre al Capo dello Stato, ancora una volta sconvolgendo ogni assetto costituzionale in quanto l’interlocutore del Presidente della Repubblica è il Capo del Governo e non i partiti che hanno lavorato per la costituzione del governo. E Sergio Mattarella ha fatto chiaramente capire che non accetterà un candidato che non sia garante innanzitutto del rapporto con l’UE. Guarda caso, sembra che dalla bozza sia scomparso ogni accenno ai rapporti con l’UE, malgrado nel programma elettorale di entrambi gli schieramenti, si parlava se non di rompere con l’UE perlomeno di andare a rinegoziare i trattati, rivendicando una maggiore elasticità nella tenuta dei conti statali. Ancora una volta ci si illude di ottenere deroghe dalla BCE e dall’UE, senza sapere, come viene dichiarata già da vari esponenti europei, che all’Italia non sarà concessa alcuna deroga che potrebbe essere un pessimo esempio per gli altri Paesi europei che si trovano con un problema di deficit di bilancio. Insomma, anche il Capo dello Stato avrà i suoi problemi ad accettare un esecutivo che presenta già, prima di partire, diversi profili di instabilità. Tra l’altro, pur esprimendo la certezza di poter raggiungere un accordo, resta ancora da discutere su alcuni punti non minori quale ad esempio la questione dell’immigrazione e conoscendo l’opinione di Salvini al riguardo, l’Italia potrebbe essere portata dinanzi alla Corte di Giustizia per violazione della normativa europea per quanto riguarda i respingimenti collettivi dei migranti “clandestini”. Come scrive Andrea Bonanni, su “La Repubblica” del 16 maggio, Bruxelles è al limite della pazienza anche se la raccomandazione pervenuta dai vertici della Commissione sia per quanto riguarda la tenuta dei conti pubblici sia per quanto concerne la politica verso i migranti, ha suscitato l’indignazione degli interessati contro “le intromissioni dei burocrati”. Gentiloni, in partenza per il vertice dei 28 a Sofia, ha detto che cercherà di rassicurare gli altri paesi che il nuovo governo continuerà a lavorare per il contenimento della spesa pubblica, e per il rispetto dei vincoli di bilancio ma si tratta solo di una dichiarazione formale che si scontra con quello che sta avvenendo in questi giorni in Italia. E’ per questo che, prima di dare l’OK ad un nuovo governo, Sergio Mattarella dovrà riflettere prima di affidare il nostro paese nelle mani di chi si prepara ad isolare l’Italia dal resto d’Europa. Come dichiarava Gentiloni in altro suo intervento: “Fuori dall’Europa non c’è futuro ma solo il declino del nostro paese”. Non si può, a questo punto, ipotizzare quali siano gli sviluppi nei prossimi giorni: in mancanza di valide alternative, sarebbe il caso di andare a nuove elezioni che è sempre meglio del suicidio politico che ci viene oggi proposto.
Maggio 2018
(Avv. E. Oropallo)