skip to Main Content

La libertà di Culto in Italia e nell’UE – La normativa Italiana ed il punto di vista UE

Libertà di culto in Italia e nell’UE. La normativa italiana e il punto di vista dell’UE.

La Costituzione Italiana

La libertà di professare liberamente il proprio credo religioso è uno dei pilastri delle moderne costituzioni europee.
Per quanto concerne la nostra Costituzione esso è ampiamente regolamentato dagli artt. 19 e 20. Questo diritto, col richiamo operato agli artt. 2.3.7.8 viene considerato un diritto inviolabile dell’individuo, un vero e proprio diritto personalissimo insopprimibile. Nell’art. 8 la Carta Costituzionale riconosce pari dignità a tutte le confessioni religiose che hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, col solo limite che non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. Questa libertà è espressione della più ampia libertà di associazione prevista dall’art. 18.

Ancora, è riconosciuto a chiunque di professare liberamente la propria fede religiosa in forma privata o associata, sia in pubblico che in privato, e di farne propaganda. La libertà di professare liberamente il proprio credo religioso è un fondamento di primaria importanza per una società democratica ma si tratta di un bene prezioso anche per un non credente, per gli agnostici, in una società sempre più aperta e pluralista nella quale ci troviamo oggi a convivere.

Il trattato CE

Che cosa dispone a questo proposito l’UE?
Con l’ultima modifica dei Trattati, il Trattato di Lisbona entrato in vigore il 1°.12.2009, l’UE, riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE del 7.12.2000, adottata a Strasburgo che ha lo stesso valore giuridico dei Trattati.

Leggi articolo completo:

liberta-di-culto

Back To Top
Translate »